Il 10 giugno del 1982 moriva Rainer Werner Fassbinder. Si era estinto un vulcano creativo che in poco più di un decennio aveva prodotto più film di qualsiasi altro regista tedesco del dopoguerra. A vent’anni dalla sua morte, nel 2002, il Teatro dell’Elfo - con il Goethe-Institut, la Triennale, il Comune di Milano e la Regione Lombardia - ha dedicato a quest’artista un grande progetto che ripercorreva la sua eredità teatrale, cinematografica e non solo: L’anarchia dell’immaginazione.
Più che un festival, una grande fabbrica d’incontri che dava l’occasione di scoprire e di indagare un giovane straordinario e controverso, attore, regista e drammaturgo che l’Elfo ha portato sui palcoscenici italiani, scegliendolo come autore di riferimento.
W. Fassbinder inizia la sua attività come membro dell’Action-theater di Monaco e nel 1968 è co-fondatore dell’Antitheater. Nel 1969 gira il suo primo film importante L’amore è più freddo della morte, contemporaneamente si dedica all’allestimento di opere a Monaco, Brema, Berlino, Norimberga, Francoforte, Bochum e Amburgo. A ciò si aggiungono radiodrammi e allestimenti televisivi. Dal 1974 al 75 è direttore del Theater am Turm di Francoforte, un importante teatro d’avanguardia. Insieme a altri giovani registi fonda la Casa Editrice Cinematografica degli Autori. Accanto alla sua opera di regista teatrale a partire dal 1969 si dedica sempre più alla produzione di film. Tra Katzelmacher (anche sotto forma di pièce teatrale) del 1969 e Querelle del 1982 nascono una quarantina di film. Il Nuovo cinema tedesco degli anni ‘70 non sarebbe concepibile senza il suo contributo.
Bruni/De Capitani
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Teatro dell'Elfo
2 / 19 maggio 2002
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I rifiuti, la città e la morte
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31 maggio / 8 giugno 2002
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La bottega del caffè
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