Sala Fassbinder
6 / 8 dicembre 2019
di Samuel Beckett
regia di Alessandro Averone
Durata: 1 ora e 50 minuti
Torna in scena lo spettacolo con cui Alessandro Averone ha convinto il pubblico nella scorsa stagione. Con il suo gruppo di bravi e incisivi interpreti, riafferma l'infinita capacità dei grandi testi di parlare a tutte le generazioni.
Quello che mi ha sempre affascinato in Beckett è la sottile e fine poesia che scaturisce dai sui testi. L'amore e la compassione per l'essere umano costretto disperatamente alla ricerca di un senso. Il vagare su questa terra in perenne attesa di un gesto, di una parola che si faccia Verbo e indichi una via, una meta per colmare il mistero dell'essere qui e ora. Nessun Dio. Nessuna metafisica. Si aspetta. Qualcosa di indefinito e sconosciuto. Si fa passare il tempo e si riempie uno spazio. Ci si aggrappa perdutamente a qualsiasi cosa ci ricordi che esistiamo e che siamo vivi. Si gioca, con quello che resta. Del mondo, dell'essere umano, delle parole.
Si resiste. Con affetto e violenza. Con quello che si è. Con tutti i nostri limiti. Stretti l'un l'altro. Aspettando Godot.
Alessandro Averone
ASPETTANDO GODOT
di Samuel Beckett
traduzione Carlo Fruttero
regia Alessandro Averone
scene Alberto Favretto e Elisa Bortolussi
costumi Marzia Paparini
luci Luca Bronzo
con Marco Quaglia, Gabriele Sabatini, Mauro Santopietro, Antonio Tintis e Francesco Tintis
produzione Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Knuk Company
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