Sala Fassbinder

Lunedì 26 Novembre 2012 ore 20:30

con Elio De Capitani e Renato Sarti

GOLI OTOK

Isola della libertà

di Renato Sarti

Info
Stagione 2012/2013 Edizioni 2012-2013 2013-2014 2017-2018
Lo spettacolo La locandina

Aldo, un anziano nato a Fiume negli anni venti, abita a Monza. Dopo la Seconda Guerra mondiale visse la terribile esperienza di Goli Otok, il peggiore dei campi di internamento di Tito, in cui furono rinchiusi - dopo la rottura del Cominform fra la Jugoslavia e l'URSS – quei "traditori" che rimasero fedeli a Stalin.
Nell'inferno di Goli Otok finì una parte importante della gloriosa ed eroica Resistenza jugoslava: semplici resistenti ma anche eroi di Spagna, comandanti partigiani, membri di primo piano del Partito Comunista Jugoslavo, scrittori, poeti, artisti e persino ex agenti dell'Udba, la spietata polizia segreta che denunciava, arrestava, massacrava gli avversari di Tito.

Fra mille altre sofferenze (fame, sete, malattie, atroci violenze) il principio fondamentale su cui si reggeva il sistema di Goli Otok era quello del revidirci, il "ravvedimento". Il prigioniero doveva rivedere la propria posizione e per dimostrarlo c'era un modo molto semplice: massacrare gli ex compagni, i propri amici, a volte i fratelli, i figli, i padri. Le mogli degli internati che rimanevano a casa, per dimostrare di non essere staliniste, dovevano divorziare dal proprio marito e se non lo facevano erano licenziate, costrette ai lavori più umilianti e a vedere i figli espulsi dalle scuole (anche elementari) per indegnità.
Una volta finito l'internamento a Goli Otok per gli ex internati cominciava un secondo inferno: quello del rientro e del completo isolamento nella società. Prima di riacquistare la propria libertà erano praticamente costretti a firmare un documento in cui dichiaravano che non avrebbero mai fatto cenno alla loro storia. Come cani randagi erano tenuti a debita distanza dagli altri e loro stessi si guardavano bene di parlare con amici e conoscenti per non coinvolgerli in una spirale di sospetti che durò molti decenni, persino dopo la morte di Tito; per Aldo, anche dopo essere riuscito a trasferirsi in Italia.
"Il sospetto è più forte della certezza" dice e aggiunge: "Una volta che sei finito nelle grinfie della polizia segreta quella non ti molla". Aldo, nonostante l'esperienza vissuta, è rimasto ancora saldamente legato a quei principi (traditi e disattesi) che lo avevano spinto ad aderire alla lotta partigiana, al Partito Comunista: l'internazionalismo, la pace, la libertà.

Nel testo Aldo (Elio De Capitani) viene visitato da un medico (Renato Sarti), pure lui di origine croata, il quale, dopo aver letto il libro Goli Otok, di Giacomo Scotti, riesce a convincerlo a raccontare la sua terribile esperienza. Al di là di un inevitabile coinvolgimento emotivo - anche se solo per un brevissimo lasso di tempo – il dottore stesso finirà nel gorgo di quell'inquietante passato, di cui poco o nulla si sa.

Dopo lo spettacolo incontro di approfondimento con Giacomo Scotti, storico e autore di Goli Otok. L'isola Calva, Renato Sarti e Elio De Capitani.

GOLI OTOK

Isola della libertà

testo Renato Sarti

musiche Carlo Boccadoro

lettura con Elio De Capitani e Renato Sarti

produzione Teatro della Cooperativa in coproduzione con Mittelfest

da un progetto di Elio De Capitani e Renato Sarti

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