Teatro dell'Elfo
19 febbraio / 15 marzo 2009
Cristina Crippa/Patricia Savastano
dall’autobiografia di Adalgisa Conti a cura di Luciano Della Mea
regia Marco Baliani
“Gentilissimo sig. Dottore, questa è la mia vita”. Con queste parole, che testimoniano da subito un’intenzione sincera e penetrante, Adalgisa Conti, internata in manicomio a ventisei anni nel 1914, indirizza una lettera al proprio medico nella speranza che riconsideri il provvedimento di ricovero.
Con esplicito candore e concretezza d’immagini, Adalgisa rivela richieste d’amore deluse, una sessualità insoddisfatta, troppi desideri avviliti. C’è nelle sue parole il riaffiorare prepotente dell’infanzia, dei brevi giochi, dei sogni di una bambina e di una ragazza che scopre il proprio corpo, bello vivo sensibile. C’è il capriccio, c’è la malinconia e, poco dopo, c’è l’infrangersi dei sogni in un matrimonio senza gioia, l’impossibilità di comunicare con il marito Probo, che presto la colpevolizza, imponendole di soffocare desideri e pulsioni, fino a giudicarla pazza e volersene liberare affidandola al manicomio.
Non ricevendo risposte, dopo questa lettera Adalgisa tace; diventa, realmente, una paziente del reparto agitate, ‘sudicia, erotica, impulsiva’, e, per quasi settant’anni, ‘invariata’. Abbandonata a se stessa, senza più una famiglia, è destinata a rimanere in manicomio fino alla fine dei suoi giorni, ormai novantenne.
Questa storia, tornata alla luce grazie a Luciano Della Mea che aveva pubblicato nel 1978 la lettera e altre testimonianze (ristampate da Jaca Book nel 2000), ha appassionato Cristina Crippa che, con Marco Baliani, Alessandra Ghiglione e Patricia Savastano, nella primavera del 1996 ne ha tratto una versione teatrale.
Lo spettacolo diretto da Marco Baliani, Lola che dilati la camicia, dà nuovamente voce ad Adalgisa coinvolgendo gli spettatori in una sorta di intenso rito della memoria: Cristina Crippa è una protagonista intensa e commovente che ripercorre tra afasie e illuminazioni improvvise, parole smarrite e ritrovate, il labirinto della memoria di Adalgisa, destinato a sfociare in una disperata follia. Patricia Savastano è la sua infermiera-guardiana, ma anche sua sorella e custode, quasi ossessivo doppio delle visioni dell’altra.
LOLA CHE DILATI LA CAMICIA
dall’autobiografia di Adalgisa Conti
a cura di Luciano Della Mea
drammaturgia Marco Baliani, Cristina Crippa e Alessandra Ghiglione
regia Marco Baliani
con Cristina Crippa e Patricia Savastano
scene e costumi di Carlo Sala
luci di Nando Frigerio
suono di Renato Rinaldi
produzione Teatridithalia
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