Teatro Leonardo Da Vinci
19 aprile / 9 maggio 2004
Bruni/De Capitani
di Dario Fo
Prendendo spunto da uno degli episodi più oscuri e tragici della nostra storia, Dario Fo ha costruito una commedia sorprendentemente esilarante, nella quale l’ironia più surreale va di pari passo con la volontà di reclamare a piena voce verità e giustizia sulla strage di piazza Fontana e sulla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Accusato con Pietro Valpreda di aver messo la bomba nella Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre del 1969, il ferroviere Pinelli volò da una finestra della Questura di Milano.
Il testo di Fo pesca a piene mani nelle dichiarazioni incongruenti che seguirono l’accaduto, che offrivano già di per sé spunti tragicomici, e porta alle estreme conseguenze i meccanismi del depistaggio, introducendo negli uffici della questura un matto affetto da istriomania, la mania di fingersi un’altra persona. Le sue capacità mimetiche sono eccezionali – ha in repertorio la ‘camminata artritica’, quella ‘scivolosa con lo scattino finale’, la ‘ginocchia di budino’, inoltre la sua voce può essere melliflua, nasale con colpi di tosse o scatti improvvisi – e, come se non bastasse, in manicomio ha avuto modo di studiare alla perfezione codici e codicilli. È un gioco per lui farsi scambiare per un giudice revisore, mandato dalla capitale a verificare e correggere il lavoro del questore e del commissario ‘definestra’. Le posizioni si ribaltano e gli inquisitori diventano inquisiti. Il matto assume comportamenti tipici della polizia, utilizza gli stessi modi e le stesse parole: “Il nostro mestiere è quello di interrogare gli indiziati, e, per poterli far parlare, ogni tanto bisogna ricorrere a stratagemmi, trappole, e qualche violenza psichica” - sostengono i due - e il matto prontamente si adegua alle loro indicazioni e ammissioni. In poco tempo riesce, torchiandoli e ingannandoli, a indurli al cosiddetto “raptus improvviso”, per poi bloccarli sul parapetto della finestra. La sua capacità di sdoppiarsi va ancora oltre: incarna ora il poliziotto ‘buono’ ora il ‘cattivo’, li aggredisce e poi blandisce, li accusa, li fa sentire abbandonati dai superiori, e, infine, si professa intenzionato ad aiutarli. Completamente confusi i due sono ormai pronti ad assecondarlo, si rendono ridicoli, balbettano scuse da bambini e arrivano ad avvallare le dichiarazioni e le ricostruzioni più assurde… Ma nemmeno la fantasia di un premio nobel e del suo matto riescono a superare la capacità inventiva delle forze dell’ordine.
MORTE ACCIDENTALE DI UN ANARCHICO
di Dario Fo
regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
scene e costumi di Carlo Sala
con Eugenio Allegri, Luca Toracca, Paolo Pierobon, Giovanni Palladino, Mercedes Martini, Luca Altavilla
produzione Teatridithalia
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