Teatro dell'Elfo
22 gennaio / 10 febbraio 2002
Elio De Capitani
di Biljana Srbljanovic
Giochi di famiglia è ambientato a Belgrado, ma non si deve pensare a un “diario di guerra” per il palcoscenico, piuttosto a un album di famiglia in bilico tra comicità e crudeltà, dove le risate e i giochi convivono accanto al sogghigno e alla disperazione. Tutti ricordiamo la sensibilità, il coraggio e la lucidità di giudizio coi quali Biljana Srbljanovic ha raccontato, nel suo Diario da Belgrado apparso sulla Repubblica, i giorni dei bombardamenti Nato – era la primavera del ’99 – e il ritorno della Serbia alla democrazia con la caduta di Milosevic. In questa pièce, come negli altri testi teatrali, ritroviamo lo stesso stile diretto e senza enfasi, capace di coinvolgere senza trucchi da melodramma. Ironica e acuta, quest’autrice serba appena trentenne, ci sorprende aprendo squarci esilaranti anche quando descrive gli eventi più tragici.
Sulla scena un gruppo di bambini gioca a fare gli adulti, inventando episodi di vita familiare che si rivelano riproduzioni tanto agghiaccianti quanto esilaranti di una società ottusa, intollerante e disgregata. I protagonisti dei sette ritratti di famiglia sono sempre una coppia di genitori, un figlio/a e un cane inquietantemente umano; quattro personaggi che si moltiplicano in una sovrapposizione di finzioni e travestimenti: attori adulti interpretano bambini grotteschi e surreali che, a loro volta, invecchiano, ringiovaniscono e, occasionalmente, cambiano sesso, per ricreare, con esaustiva cattiveria, un tragicomico catalogo di rapporti familiari. La regia di Elio De Capitani spinge oltre il taglio deformante e visionario del testo affidando a un cast tutto femminile i quattro personaggi e sovrapponendo “maschere vere, di lattice, sulle maschere metaforiche dell’infanzia”.
Sulla scena si alternano “la famiglia borghese impasticcata di tranquillanti e quella popolare ch’è tutta uno schiamazzo e un turpiloquio; la donna intellettuale in carriera che batte articoli melensi sulla macchina da scrivere e maltratta il debole marito e l’avarissimo arricchito dalla guerra, terrorizzato che la crisi possa finire.”
Ma l’adattamento, che riecheggia cadenze della parlata lombarda, suggerisce di estendere questa satira al qualunquismo imbevuto di slogan televisivi, alla xenofobia e allo sciovismo anche al di fuori del contesto a cui l’autrice fa riferimento, la Serbia di Milosevic. Siamo a Belgrado, ma potremmo essere in tante altre città, periferie e case dell’Europa unita o del mondo globalizzato.
In primo piano, al di là di ogni allusione politica, vediamo consumarsi, senza esclusione di colpi, lo scontro generazionale tra vecchi e giovani, nella famiglia come nella società, in guerra come in pace.
GIOCHI DI FAMIGLIA
di Biljana Srbljanovic
uno spettacolo di Elio De Capitani
con Corinna Agustoni, Anna Coppola, Cristina Crippa, Elena Russo
luci di Nando Frigerio
produzione Teatridithalia
foto Bruna Ginammi
Alessandro Bergonzoni
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