Teatro di Porta Romana
16 gennaio / 5 febbraio 1995
Elio De Capitani
di William Shakespeare
Un Amleto di piglio violentemente espressionista coniugato secondo lo stile e il linguaggio già sperimentato con gli autori cari a Bruni e De Capitani. È così che al castello di Elsinore tutto succede più liberamente in un salotto di fine millennio in cui si consuma una torbida vicenda familiare. Un allestimento che ha fatto discutere (com'era accaduto per la prededente versione, La tragedia di Amleto principe di Danimarca) ma di cui sono innegabili il forte impatto emotivo e il potere di attrazione, soprattutto per l’Amleto 'mattatoriale, a largo spettro di un carismatico Ferdinando Bruni, uomo solo in fuga, capriccioso e viziato, devastato a onde dalla rabbia e dal dolore, dal vizio di essere ciò che è, artista mancato, uomo di potere'. (Gian Luca Favetto, La Repubblica).
Il Teatro dell'Elfo si misura con il 'testo' per antonomasia, la quintessenza stessa dell’idea occidentale di teatro, mille volte rappresentato e proprio perciò aperto a nuove interpretazioni e letture. Con la stessa urgenza e libertà impiegate per affrontare i contemporanei Berkoff, Koltès o Fassbinder.
AMLETO
di William Shakespeare
traduzione Cesare Garboli
regia Elio De Capitani
scene Carlo Sala
costumi Andrea Taddei
luci Nando Frigerio
colonna sonora Renato Rinaldi
con Ferdinando Bruni, Ida Marinelli, Francesco Acquaroli, Giancarlo Ilari, Pia Lanciotti, Andrea Renzi, Luciano Scarpa, Fabiano Fantini, Alessandro Quattro, Bernardo Abbrescia, Luciano Donda
produzione Teatridithalia
foto Bruna Ginammi
ritratto Armin Linke
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