Teatro dell'Elfo
3 marzo / 9 aprile 1989
Elio De Capitani
di August Strindberg
regia Nanni Garella
Prima nazionale
Che cos'è Signorina Giulia?
Strindberg la definisce "tragedia naturalistica", ma questa a me sembra più una dizione paradossale che una verità...
Da una parte, l'esiguità dell'intreccio esterno ai personaggi rende problematico l'uso del termine "naturalistico" per definire il rapporto tra due personaggi quasi predestinati, quasi costretti a compiere l'azione che li porterà al massacro...
la predestinazione toglie infatti qualsiasi libertà allo sviluppo dei rapporti intersoggettivi. I personaggi sono così non-liberi di svilupparsi e la battaglia è già combattuta. È difficile dunque parlare di dramma naturalistico, quando non si sviluppa un'azione complessa fatta di atti di personaggi da cui scaturisce un intreccio. Siamo piuttosto di fronte a una sorta di "dramma senza intreccio" (o a una riduzione dell'intreccio a fatto di cronaca).
Dall'altra parte escluderei dalla definizione in termine "tragedia", perché la situazione, di per sé, non è tragica, non determina un conflitto. E difatti non è tragico il fatto che siano di fronte servo e padrona. Si tratterebbe di un conflitto generico - solo esistenziale o antropologico - troppo poco per una tragedia...
L'unico conflitto reale in Signorina Giulia, sembra essere quello del gioco della seduzione: che è per definizione un conflitto "simulato", secondo una logica di perversione ludica... il gioco del maschio e della femmina, del servo e della padrona, del dottore e della paziente, di due cuginetti rimasti soli in casa...
Ma questo genere di conflitti ha bisogno di un accordo sostanziale di base, per il quale ci si sottrae alla logica del discorso sociale, pubblico, esterno, e si gioca la vita come una partita truccata...
Ecco, il rapporto tra Jean e Julie si sottrae alle regole della società borghese, per riaffermare la libertà - o meglio l'arbitrio - della seduzione; esattamente come il duello tra due gentiluomini si sottrae alla giurisdizione pubblica, per riaffermare le libertà del mondo cavalleresco.
Che poi il gioco diventi drammatico questo dipende dalle disposizioni d'animo dei contendenti; e non ha niente a che vedere con la morale o con la bontà di una posizione o dell'altra...
Eh sì, il rapporto tra Jean e Julie contiene dentro di sé qualcosa che va oltre la situazione storica o sociologica da cui viene estratto; qualcosa di primordiale... qualcosa che ha a che fare con la contrapposizione mitica, insanabile di maschio e femmina... e nello stesso tempo di razionalità e istinto, spiritualità e sesso, divino e bestiale... e tutti questi concetti sono rigidamente - quasi geometricamente - ipostatizzati e non-dialettici.
Visto così, il naturalismo di Signorina Giulia ha bisogno di essere allargato, di trovare una visionarietà che viene da lontano; da un mitico rapporto tra un uomo e una donna, una volta eroici, statuari, posti su piedistalli; e che ora sono crollati sono diventati analizzabili archeologicamente, a pezzi, con la testa da una parte e i corpi e i sessi altrove... due soggetti deboli - non pieni - non liberi - non responsabili - infantili...
che sia o meno una "tragedia naturalistica" a questo punto non mi interessa più!
Nanni Garella
LA SIGNORINA GIULIA
di August Strindberg
regia Nanni Garella
con Laura De Angelis (Kristin), Elio De Capitani (Jean), Daniela Margherita (Giulia)
regista assistente John Bardwell
tecnici Nando Cirelli, Riccardo Dell'Acqua, Maurizio Manzotti
assistente alla regia Stefania Rubini
produzione Teatro dell'Elfo
un ringraziamento a Renato Borsoni, Antonio Fiorentino, Gigi Saccomandi
foto di scena Armin Linke
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